Lo Squalo

 

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Il pirata Robert, detto lo Squalo, guarda i suoi uomini. Le parole del comandante spagnolo hanno creato una situazione di tensione, anche se nessuno ne parla. È un’offerta allettante, per una ventina di pirati barricati al secondo piano di una torre e circondati da duecento soldati spagnoli: la vita e la libertà per tutti, in cambio del loro capo, vivo o morto. Se non si arrenderanno, domani saranno tutti morti: le cannonate della nave che è arrivata in serata demoliranno la torre. Non è un’offerta vantaggiosa per gli spagnoli, perché tanto potrebbero ucciderli tutti, ma a loro preme avere il cadavere dello Squalo da mostrare come trofeo.

Robert sa benissimo che alcuni dei suoi uomini non accetterebbero mai. Altri avrebbero già detto di sì. La tensione nell’aria è palpabile. Gli uomini si guardano in cagnesco. Alcuni degli uomini più fedeli si sono avvicinati a lui, pronti a proteggerlo. Presto incominceranno le prime allusioni e poi si arriverà ad uno scontro, tra chi vuole salvare la pelle e chi non vuole tradire il suo capo. Non ha nessun senso: Robert sa benissimo che domani sarà morto ed allora, perché mai i suoi uomini dovrebbero scannarsi?

Robert deve morire. Potrebbe tirarsi un colpo di pistola. Ma probabilmente qualcuno degli uomini che gli sono vicini cercherebbe di fermarlo. Non c’è un posto per isolarsi: c’è solo questa stanza in cui sono ammassati, in attesa della fine. La scala che conduce al piano di sotto è stata bloccata.

La mente di Robert ragiona in fretta. Deve far accettare la sua morte anche a quelli che preferirebbero morire al posto suo, come il Bretone e Christophe. Non a caso sono i più vicini, pronti a difenderlo ad ogni costo. In qualche modo bisogna che cambino idea. In poco tempo.

Robert sta pensando. Un modo ci sarebbe. Sicuro. Ma Robert sa benissimo che non può prevedere come finirà. Se si avvicina una torcia alla paglia, prende fuoco tutto, questo è certo. Quanto durerà l’incendio, fin dove arriverà, non si può sapere. Ma non c’è altro modo.

Robert fa un passo avanti. Tutti lo guardano.

- Amici. È arrivata l’ora. È inutile che moriamo tutti. L’offerta del comandante è una buona offerta e tutto sommato preferisco che ad impiccarmi siano i miei uomini, invece di quei fottuti soldati spagnoli.

Il silenzio è quasi irreale. Lo rompe una bestemmia di Christophe.

- Porcoddio, capitano! Non se ne parla neanche.

Richard gli grida:

- Se vuoi crepare, Christophe, fai pure. Io non…

Le sue parole vengono coperte da altre: è una ridda di voci che si accavallano, finché Robert non dice, sovrastandole tutte:

- Silenzio.

Ci vuole un attimo prima che tutti obbediscano.

- Il capitano sono io e gli ordini li do io. Gallese, prepara il cappio. Prima però…

Robert si toglie la camicia e la butta a terra. Poi si toglie gli stivali ed i pantaloni, rimanendo nudo.

- … voglio gustare il cazzo dei miei uomini.

C’è nuovamente silenzio. Sono tutti allibiti.

Robert li guarda. Sì, la manovra ha avuto effetto. Entro pochi minuti ogni remora sarà superata. E poi… Poi non sarà più lui a condurre il gioco: dove si fermeranno, non può saperlo.

- Richard, sarai il mio boia. Per cui incominciamo da te. Vieni qui.

Richard si avvicina. Robert percepisce la sua incertezza, che il pirata si sforza di nascondere sotto un’aria truce: il capitano vuole davvero farsi inculare? O è una trappola? Lo Squalo è ben noto per le sue azioni fulminee e spietate.

Robert si inginocchia davanti a lui, gli apre i pantaloni, ne estrae il cazzo. Ne sente l’odore intenso, di piscio e seme. Lo prende in bocca ed incomincia a succhiare. C’è un mormorio, che poi si trasforma in un boato di risa e battute.

- È buono il cazzo di Richard, capitano?

Robert annuisce. Sente che il cazzo acquista rapidamente consistenza. Quando è duro, Robert guarda Richard e gli dice:

- Allora, boia, pronto a mettermelo in culo?

Richard scoppia a ridere:

- Puoi giurarci, capitano!

Passa dietro a Robert, che intanto chiama un altro degli uomini.

- Kevin, sarai tu il secondo? Vieni che te lo succhio un po’.

Kevin ride e si avvicina. Intanto Richard preme la mano sulla schiena di Robert e lo forza a mettersi a quattro zampe. Poi si sputa sulla mano, si inumidisce bene il cazzo e lo avvicina al buco del culo di Robert. Kevin si è inginocchiato davanti a Robert, in modo che il suo cazzo sia all’altezza della bocca del capitano.

C’è di nuovo un momento di silenzio. Tutti guardano, affascinati. Robert sente le mani di Richard che gli afferrano il culo e divaricano le natiche. Poi il cazzo preme contro il buco e con un colpo deciso entra a fondo. Robert ha un guizzo. Il dolore è intenso. Si controlla. Prende in bocca il cazzo di Kevin ed incomincia a succhiare, mentre Richard gli sfonda il culo, con spinte violente che tendono a far scivolare Robert in avanti.

Gli uomini sono tutti intorno, a guardare. Incoraggiano Richard e Kevin, alcuni già fanno battute sarcastiche sul capitano.

- Potevi dircelo prima, che ti piaceva prendertelo in bocca ed in culo. Te lo facevamo assaggiare tutti.

- Rimediamo adesso. Abbiamo tutta la notte davanti,

- Poi ci dici qual è il cazzo più buono da succhiare.

- E qual è quello migliore per sfondarti il culo!

Christophe, il Bretone e gli altri più fedeli sono in seconda fila, muti. Robert sa che uno dopo l’altro anche loro si uniranno ai compagni: un capitano che si fa inculare dagli altri, davanti a tutti, che succhia il cazzo dei suoi uomini, non è più un capitano, non è più nemmeno un maschio. Robert sa che questo gli costerà caro, ma non c’è altra via.

Richard spinge con foga crescente. Robert fa fatica a succhiare il cazzo di Kevin, ormai duro, perché le spinte lo sbilanciano. Poi Richard emette un gemito e viene. Robert sente lo sborro riempirgli le viscere. Lascia il cazzo di Kevin. Guarda la cappella di un colore quasi violaceo, l’asta lungo cui corre una grossa vena in rilievo. Gli sembra enorme. Robert sente un brivido corrergli lungo la schiena.

Richard estrae il cazzo e se lo guarda.

- Cazzo, capitano! Mi hai smerdato!

Ora, l’ultimo passo. Ora. Robert trova la forza di dire:

- Vieni qui che te lo pulisco.

C’è di nuovo un silenzio stupefatto. Richard passa davanti e Kevin dietro.

Robert si solleva sulle ginocchia. Guarda il grosso cazzo di Richard, ancora gonfio di sangue. La cappella ed una parte dell’asta sono coperte di merda. Robert deglutisce. È l’ultimo gradino, dopo la sua voce non conterà più.

Robert avvicina le labbra al cazzo. Guarda le gocce di sborro, biancastre, sulla merda scura, ed apre la bocca. Avvolge la cappella ed incomincia a leccare.

Gli uomini esplodono in un boato di risa.

Robert svolge la sua opera con cura. Quando ha finito, ha un po’ di merda sul mento e sulle labbra. Richard ride.

Il Frisone si avvicina, il cazzo già fuori.

- Adesso me lo succhi, comandante, ma prima… Apri la bocca.

Robert obbedisce. Non c’è più spazio per opporsi ed ormai non avrebbe senso.

Il Frisone mette due dita sotto il cazzo ed un getto di piscio centra la bocca di Robert.

- Se ti piace la tua merda, ti piacerà anche il mio piscio.

Nuove risate.

Quando il Frisone ha finito di pisciare in bocca a Robert, Kevin dice:

- Adesso però a quattro zampe, che devi dirmi se il mio cazzo non è migliore di quello di Richard.

Il Frisone protesta, non vuole inginocchiarsi. Alla fine portano una cassa e ci stendono sopra Robert. Così tutti possono incularlo, stando in piedi, mentre lui succhia cazzi.

- Finalmente!

Kevin gli allarga le natiche e poi gli infila il cazzo in culo con un colpo secco. Robert geme forte, perché il dolore della carne lacerata gli annebbia la vista. Ma contro le labbra preme il cazzo del Frisone. Robert lo accoglie in bocca e prende a succhiare, mentre ad ogni spinta il dolore al culo cresce. Kevin spinge con vigore, dilaniando. Intanto ride e scherza con gli altri.

- Bello, questo culo. Caldo ed umido al punto giusto. Meglio di una fica.

Il Frisone gli risponde:

- Anche questa bocca. Ci sa fare a succhiare cazzi, il capitano.

Gli altri si stringono intorno. Solo pochi degli uomini più legati a Robert si tengono ancora a distanza. Ma per poco. Ormai lo Squalo non è più il capitano, anche se ancora lo chiamano così. Non è più un uomo.

Kevin viene in fretta e si ritira. Il Frisone fa per prendere il suo posto, ma la voce del Toro lo blocca.

- Adesso ci vado io, che sono già pronto.

Gli uomini ridono, incitano il Toro:

- Dai, dai, che il capitano è impaziente.

- Ha voglia di gustare un cazzo, non il solito moncherino.

Il Toro si è messo dietro a Robert. Il corpo dello Squalo si tende: sa che il Toro ha davvero un cazzo taurino. La spinta con cui il cazzo entra dentro di lui gli strappa un urlo. Gli sembra che un palo gli sia penetrato nella carne e lo dilani. Gli uomini ridono, incoraggiano il Toro, che spinge sempre più a fondo, squarciando.

Kevin si è fatto pulire il cazzo, poi il Frisone, che non intende aspettare ancora, infila il cazzo in bocca di Robert ed incomincia a fotterlo. Robert respira a fatica, il cazzo del Frisone a tratti gli blocca il respiro. Quando il Frisone si ritira, Robert aspira rumorosamente l’aria. Gli uomini ridono, ubriachi di violenza ed allegria. Il Marsigliese si mette a pisciare sulla testa di Robert.

Infine il Frisone conclude, riempiendo la bocca di Robert di sborro. Robert non riesce ad ingoiarlo tutto. Un po’ cola lungo il mento, mescolandosi al piscio ed alla merda. Tossisce, sputa, la faccia congestionata.

Infine il Toro viene. Estrae il cazzo, ancora gonfio e duro. È coperto di sangue, merda e sborro. Il Toro si mette davanti a Robert. Lo Squalo guarda il cazzo che lo ha inculato, ancora rigido. Lo prende in bocca e incomincia a leccarlo.

Uno dopo l’altro lo prendono tutti, anche quelli che gli erano più legati. Lo Squalo è solo un culo ed una bocca da fottere. Tutti vogliono provare. Ogni tanto lo voltano, gli fanno assumere nuove posizioni. Gli pisciano in bocca, in faccia, sul torace. Se non obbedisce subito, intontito dal dolore, un pugno o un ceffone lo forzano a eseguire gli ordini.

Sono giovani ed il desiderio è forte. Non si saziano in fretta: ognuno vuole gustare la bocca ed il culo, più volte. La notte è lunga. Ce n’è per tutti. Litigano per i turni. Qualcuno si fa una sega facendo ricadere lo sborro sui capelli o sulla faccia di Robert.

Quanto tempo è passato? Robert sprofonda in un vortice di dolore. A tratti è quasi incosciente.

Infine il Bretone dice:

- Sta albeggiando. Dobbiamo concludere.

Qualcuno protesta, ma il cadavere va consegnato all’alba.

Lo voltano sulla schiena. La faccia di Robert è sporca di piscio, sborro e merda. Anche sul corpo ci sono macchie. In qualche punto i lividi. I coglioni sono un po’ gonfi: il Toro glieli ha strizzati la seconda volta che lo ha inculato, perché era quasi svenuto e non si dava da fare a succhiare il cazzo del Barese.

Richard dice:

- Capitano, adesso godrai anche tu, appeso al cappio.

Ride, ridono tutti.

Kevin interviene:

- Però ci fai vedere che sei un maschio, che crepi con il cazzo duro. Su, fatti una sega.

Robert lo guarda, intontito dal dolore.

Un violento calcio al fianco lo scuote. Si prende in mano il cazzo. L’ultima umiliazione. Incomincia ad accarezzarlo. È esausto, solo il desiderio di concludere il più in fretta possibile lo spinge a muoversi.

Intorno a lui alcuni uomini si stanno facendo anche loro una sega. Sborrano su di lui, soprattutto in faccia. Altri gli pisciano addosso.

 

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Quando ha il cazzo duro, lo fermano.

- Vieni dopo, capitano. Vieni quando crepi.

Uno degli uomini mette una camicia su un bastone e fa per issarla alla finestra, come segno di resa. Ma Richard interviene.

- Prima dobbiamo impiccarlo.

Richard ha già preparato il cappio. Lancia la corda, in modo da farla passare sopra una trave del soffitto, poi la fa ricadere. Mette una cassa sotto il cappio.

- Eccoti, capitano. Ti piace il cappio che ti abbiamo preparato?

Gli uomini sollevano Robert, che fa fatica a stare in piedi. Riesce a mettere a fuoco. Pensa che sta per finire. Non desidera altro. Lo trascinano al cappio, lo fanno salire sulla cassa. Il cazzo è meno duro.

- Mi raccomando, Richard, vogliamo vedere una bella danza.

Richard annuisce. Passa il cappio intorno al collo di Robert. Sistema bene il nodo, accorcia la corda, in modo che lo spettacolo duri a lungo.

Alcuni deridono Robert.

- Mi raccomando, capitano, facci divertire.

Robert guarda nel vuoto. Ha il corpo bagnato di piscio; sangue, merda e sborro gli coprono parte del viso e gli colano dal culo sulle gambe.

Richard gli passa una corda intorno ai polsi e lega bene le mani dietro la schiena. Poi scende dalla cassa e la spinge un po’ in avanti. Robert fa un passo indietro. I suoi piedi poggiano ancora sulla cassa, ad un’estremità.

Richard dà un’altra spinta alla cassa. Robert si trova sospeso nel vuoto.

È una lunga danza, quella dello Squalo. Il nodo si stringe lentamente ed il capitano cerca disperatamente di trovare un appiglio che non esiste, solleva le gambe, scalcia avanti e indietro, piega le ginocchia. Cerca di liberare le mani ed un po’ di sangue cola dai polsi martoriati. Dalla bocca cola saliva in abbondanza.

Robert sente l’incendio che gli divora i polmoni. Avverte che il cazzo si tende nuovamente. Il dolore al collo diventa sempre più forte, come se avesse un collare incandescente. La vista gli si annebbia: gli uomini intorno a lui sono ombre rossastre. Non sente le loro battute, gli insulti, gli scherzi. Non vede quelli che si fanno un’ultima sega vedendolo crepare.

Avverte, come se fosse lontano, il piacere che sale, mentre il getto si spande sul suo ventre. Si agita ancora, a lungo. Il piscio incomincia a colare dal cazzo teso. Altra merda mista a sangue e sborro cola dal culo. La lingua sporge dalla bocca. Il viso è congestionato.

Richard si avvicina. Gli stringe i coglioni ed incomincia a tirare verso il basso.

C’è un ultimo movimento convulso. Poi il cadavere di Robert rimane immobile.

 

Gli uomini mettono fuori la bandiera bianca.

Comunicano ad un messaggero che caleranno il cadavere del capitano.

Sciolgono la corda e depongono il cadavere. Il Bretone prende la camicia di Robert e gli pulisce la faccia ed il torace. Poi gli infila i pantaloni e stringe la cintura.

Calano il corpo dalla finestra, servendosi della corda che ancora stringe il collo dello Squalo. Poi mollano la corda.

Gli Spagnoli vengono a ritirare il cadavere. Lo portano sulla nave, dove viene nuovamente appeso. Poi i soldati se ne vanno e la nave salpa. Arriverà tra due giorni all’Avana. Il lezzo del cadavere sarà intollerabile, ma in molti verranno a vedere il pirata impiccato.

 

 

 

 

 

 

 

 

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