Un sogno realizzato

 

                                    

 

Bart si accende un sigaro e incomincia a fumare. Dà un’occhiata al cavallo di Fred Bolgard, che porta in sella il cadavere del suo padrone. Quel bastardo ha già incominciato a puzzare, ma ormai sono quasi due giorni che è morto e sotto il sole dell’Arizona… merda! Almeno il sigaro copre un po’ il fetore.

Anche Bart non ha un buon odore e lo sa benissimo: sono due settimane che cavalca in aree desertiche, senza potersi lavare.

Bart vorrebbe essere già arrivato a Redstone, per poter consegnare il cadavere del fuorilegge e farsi un bel bagno. Invece si è dovuto fermare, per far riposare i cavalli. Tra un’ora potrà riprendere il viaggio e in serata sarà in città. Chiamare Redstone città è un po’ troppo, forse, ma in quest’area poco popolata un paesone con tre saloon, un bordello e uno sceriffo può già essere considerato una città.

Bart fuma e riflette. Da qualche tempo si sta ponendo domande sul suo futuro. Sta pensando di mollare, è stufo di fare il cacciatore di taglie, stufo di una vita avventurosa, ma sempre a rischio, stufo di ammazzare figli di puttana. Ha messo da parte un bel gruzzolo e sta accarezzando il sogno di acquistare un ranch in un’area più tranquilla, meno arida e meno calda, magari in California. A trentaquattro anni può lasciare la vita che ha sempre condotto e incominciarne un’altra.

La voce che risuona alle sue spalle lo inchioda. È solo una frase, ma più che sufficiente per cancellare ogni sogno di vita futura.

- Sei fottuto, Bart Kinley. Sto per ucciderti e voglio che prima di crepare tu lo sappia.

Non ci sarà un’altra vita. La sua sta per finire. Bart potrebbe gettarsi a terra mentre estrae la pistola, ma il suo assassino è molto vicino e prima che Bart possa fare un movimento, lo ucciderà. Merda!

Bart apre bocca, anche se sa che non servirà niente, ma prima che abbia il tempo di dire una parola, lo sparo risuona.

Bart si stupisce di non provare dolore. Il tonfo alle sue spalle lo spinge a voltarsi. L’uomo che lo minacciava è a terra, la faccia nella polvere, in testa un foro, da cui cola un po’ di sangue.

Un altro uomo sta avvicinandosi, mentre ripone la pistola. Deve avere trent’anni o poco meno. Ha un viso allegro e cordiale, dai tratti regolari, incorniciato dai capelli biondi e da una barba più scura, quasi rossiccia. Ha due occhi chiari, che fissano Bart, e un bel sorriso.

- Stava per spararti.

Bart annuisce.

- Sì. Grazie per avermi salvato. Se non ci fossi stato tu, a quest’ora sarei un cadavere.

Poi Bart guarda il morto steso a terra e aggiunge:

- È Steve Bolgard. Voleva vendicare il fratello. Pensavo che fosse a cento miglia di qui. Deve avermi seguito.

- Lui ha seguito te ed io ho seguito lui. Era un po’ che cercavo i due fratelli.

- Sei anche tu un cacciatore di taglie?

Non è una vera domanda: se un tizio segue due dei peggiori banditi del West, dev’essere un cacciatore di taglie o un aspirante suicida. Se il tizio ammazza il bandito superstite, la seconda ipotesi va scartata.

- Sì, mi chiamo Rob Creston.

Mentre lo dice, Rob si apre i pantaloni, ne estrae il cazzo e incomincia a pisciare sulla testa del morto.

Bart è sorpreso. Non è la prima volta che gli succede di vedere qualcuno pisciare sul cadavere di un uomo che ha ammazzato, ma quelle due o tre volte che gli è capitato, era in un gruppo di uomini che si conoscevano tutti. Non sa bene che cosa dire, per cui si presenta:

- Io sono Bart Kinley.

- Lo so, sei famoso. Uno dei migliori cacciatori di taglie degli States. Sono contento di averti salvato la pelle. Sei sempre stato il mio modello.

Questa poi! Bart è stupefatto. Non gli è mai passato per la testa di poter essere un modello per qualcuno.

- Il tuo modello?

- Sentivo raccontare le tue imprese e volevo diventare come te.

- Non è una gran bella vita.

- A me piace.

Mentre pronuncia queste parole, Rob fa scendere le ultime gocce e si rimette il cazzo nei pantaloni. Guarda Bart, ghigna e dice:

- Non racconterò a nessuno che il mio idolo si è pisciato addosso.

Bart si guarda i pantaloni: non se n’era accorto, ma Rob ha detto la verità. Dev’essere stato quando ha sentito lo sparo e ha pensato che il proiettile fosse destinato a lui.

Rob aggiunge:

- È capitato anche a me una volta, quando la mia pistola ha fatto cilecca ed ero sicuro che il bandito mi avrebbe ammazzato. Per fortuna al secondo tentativo il colpo è partito e sono qui a raccontarlo.

Bart annuisce. Pensa che era già sporco e puzzolente prima, ma tutto sommato non gliene importa un cazzo. È vivo e questa è l’unica cosa che conta. Ripete:

- Grazie per avermi salvato.

Poi aggiunge:

- Non so come ringraziarti.

Rob sorride. Ha un bel sorriso.

- Diciamo che per ringraziarmi potresti offrirmi due bicchieri al saloon e una scopata al bordello. Che ne dici? Ti sembra troppo?

Anche Bart sorride. Il suo non è un gran bel sorriso, ma Bart non è un bell’uomo.

- Credo che la mia pelle valga di più. Per me almeno. Non sei esoso.

- Bene. Possiamo riprendere il cammino? Redstone non è lontana.

- Devo lasciar riposare i cavalli ancora un po’. Se vuoi avviarti…

- No. Ti aspetto. Ho voglia di parlare un po’ con te. E poi voglio essere sicuro che tu non te ne vada senza pagare quanto mi hai promesso.

Bart ride. Dove cazzo potrebbe andare, se non a Redstone? Raggiungere un’altra cittadina lo costringerebbe a trascorrere almeno un’altra notte con un morto puzzolente.

Si siedono. Rob gli chiede come mai è diventato cacciatore di taglie. Bart spiega:

- Mi piaceva l’avventura e non avevo voglia di lavorare nel ranch dei miei. Mi sembrava una vita troppo tranquilla.

Rob pone domande: vuole sapere tutto. Bart racconta. Rob lo ascolta attento.

Poi è Bart a chiedere.

- E tu, come mai hai deciso di diventare cacciatore di taglie?

- I miei genitori parteciparono alla corsa all’oro in California. Mio padre sapeva sparare bene ed io e i miei due fratelli imparammo presto. Era necessario per sopravvivere, da quelle parti. Quando mio padre decise che aveva ricavato abbastanza, acquistò un ranch in California, più a nord, ma a me non piaceva l’idea di lavorare in un ranch. Così decisi di diventare cacciatore di taglie.

Bart sorride. Gli sembra di ritrovare in Rob un se stesso più giovane.

Chiacchierano a lungo e quando infine Bart ritiene di aver lasciato riposare i cavalli abbastanza a lungo, risalgono in sella e partono.

 

Lo sceriffo è ben felice di vedere arrivare i fratelli Bolgard stecchiti: due figli di puttana in meno. Dopo aver consegnato i corpi al becchino, che si affretta a chiudere nella bara il cadavere più stagionato, Bart e Rob si dirigono al saloon.

Rob chiede una camera per due. Bart non dice niente. Viaggia sempre da solo e di solito preferisce non dividere la camera con nessuno, ma gli è capitato più volte di doverlo fare, perché non c’erano alternative. Non gli spiace dividere la camera con Rob: anche se si sono incontrati soltanto poche ora fa, gli sembra di conoscerlo bene. 

Ordinano un bagno e la vasca viene preparata in uno stanzino destinato a quell’uso.

- Incomincia tu, Bart.

- Sei sicuro? Posso aspettare.

- Puzzi più di me.

Bart ride e si dirige allo stanzino, dove il ragazzo ha portato i secchi di acqua calda e fredda e ha riempito la tinozza.

Rob segue Bart, che si stupisce un po’: pensava che Rob rimanesse in camera ad aspettare che lui avesse finito. Non gli sembra il caso di dire nulla, per cui tace.

Bart si spoglia completamente. Rob lo guarda. Quando Bart si cala i mutandoni, a Rob sfugge un “Cazzo!” e Bart sorride: sa di essere piuttosto dotato e nell’esclamazione di Rob legge un apprezzamento che non gli dispiace.

Bart si lava con cura. Gli piace lavarsi, anche se non gli capita di farlo così spesso come vorrebbe.

- Al ranch dove vivono i miei c’è molta acqua. Dalla primavera all’autunno ci bagnavamo quasi ogni giorno. In Arizona mi sembra di puzzare sempre come un caprone.

- Già, qui di acqua non ce n’è mai molta. Ma quando trovo una pozza, mi faccio anch’io volentieri un bagno.

Quando Bart ha finito, si alza e dice:

- Ora a te.

Rob si spoglia in fretta, continuando a chiacchierare: non sembra pensare che Bart possa voler tornare in camera. Bart lo osserva. Rob è un bell’uomo, con un corpo muscoloso e snello, ben proporzionato, e un gran bel culo. A Bart i culi come quello di Rob piacciono parecchio, ma non dice nulla, Si limita ad asciugarsi, nascondendo la mezza erezione.

Poi mangiano un boccone nel saloon. Rob beve due bicchieri di whisky, non di più. Bart si accontenta di uno. Quando hanno bevuto, Rob dice:

- Allora, andiamo a puttane?

- Certo. Così saldo il mio debito.

Il bordello di Madame Joséphine è il migliore della città. È anche il peggiore: non ce n’è un altro.

Rob dice alla tenutaria:

- Ne vogliamo una in due. E vogliamo starci almeno un’ora.

Madame Joséphine non è sorpresa: ogni tanto succede che due uomini vogliano divertirsi con la stessa puttana. Sa benissimo che ad alcuni uomini piace guardare un altro uomo che scopa o essere guardati mentre scopano.

Bart invece è alquanto stupito e guarda Rob: non si aspettava la sua richiesta. Si dice che ‘sto tizio è davvero strano, ma l’idea di scopare davanti a lui e di vederlo scopare non gli spiace. Rob è belloccio e a Bart i maschi piacciono.

Madame Joséphine propone due donne. Bart lascia che sia Rob a scegliere. Rob opta per Anne, una brunetta molto carina.

Bart paga ed entrano nella stanza.

Ora però Bart è un po’ in imbarazzo. Non gli è mai capitato di scopare in due una donna (o un uomo).

Rob si spoglia e si dà da fare. Joséphine sembra apprezzare l’energia del suo cliente, anche se non si può mai sapere quanto sia sincero l’entusiasmo di una donna che viene pagata.

A Bart viene duro in fretta: la scena è quanto mai stuzzicante e sono almeno quattro settimane che non scopa.

Quando infine Rob conclude e si ritira, Bart è perfettamente pronto.

Anne guarda Bart, sembra quasi spaventata.

- Vacci piano.

- Sta’ tranquilla, non sono una bestia.

Interviene Rob

- Non sei una bestia, no, ma hai un cazzo da cavallo.

Bart ride. Non gli spiace sentirsi dire che è alquanto dotato.

Si muove con la dovuta cautela e Anne sembra apprezzare alquanto. Quando i due clienti stanno uscendo, dice:

- Venite ancora a trovarmi.

Tornano al saloon molto tardi. Si spogliano e si stendono. Sprofondano tutti e due nel sonno in fretta.

 

Il mattino dopo Bart si sveglia. Rob è seduto sull’unica sedia della camera, nudo, e lo guarda. Sorride e dice:

- Allora, ti va bene se cacciamo insieme?

Bart non si aspettava la proposta e il modo in cui è stata fatta lo sorprende: il giorno prima non c’è stato nessun accenno al mettersi insieme per cacciare i banditi. Rob è davvero un tipo strano.

Bart lo guarda, nudo e sorridente sulla sedia. Sorride anche lui.

- Perché no?

 

*

 

Bart si accende un sigaro e incomincia a fumare. Quel fottuto figlio di puttana di Bill Grimes non è lontano. Domani in giornata lo raggiungeranno: il cavallo del bandito non può reggere ancora a lungo.

Rob è seduto a terra. Bart lo guarda. Sono passati tre mesi da quando si sono incontrati e hanno iniziato a cacciare insieme. Bart ha accantonato i suoi progetti di comprarsi un ranch in California e cambiare vita: per Rob l’esistenza che conducono è ancora un sogno che si realizza, un’avventura continua. Bart ha deciso che preferisce rischiare con Rob piuttosto che vivere da solo. Rinuncia al suo sogno, ma stare con Rob è più importante.

Ogni tanto Bart si chiede che cosa prova per Rob. Sono amici, certo, ma Bart prova anche una forte attrazione fisica. Non ha mai detto niente, ma ogni volta che vanno a puttane, ne prendono una insieme. Non sono andati spesso al bordello, non ne hanno avuto molte occasioni. Vedere Rob scopare gli piace, parecchio.

- Domani lo fottiamo. E finalmente torniamo in città. Ho voglia di scopare.

- Ci vorranno almeno due giorni per tornare in città. Dovrai tenerti la voglia di scopare per un po’.

- Merda!

 

Il giorno dopo seguono le tracce, muovendosi con cautela. Bill Grimes sa di essere inseguito e sicuramente intende vendere cara la sua pelle, che in effetti ha un certo valore: la taglia sulla sua testa è consistente.

Quando le tracce conducono a una gola o a un passaggio tra due colline, uno di loro due sale fino a un punto in cui può controllare che Bill Grimes non si sia appostato per fare il cacciatore invece della preda.

In effetti è proprio così: Bart lo scorge seminascosto dietro a un masso su una parete rocciosa. Smonta da cavallo. Grimes non l’ha visto, la sua attenzione si concentra sulla gola di cui controlla l’ingresso.

Bart sale sulla parete opposta, meno scoscesa, badando a non farsi scorgere. S’infila tra alcuni massi e quando riemerge può scorgere Bill Grimes che adesso si sporge per vedere se qualcuno arriva, in bilico sull’abisso.

Bart ha un’ottima mira, qualità senza la quale un cacciatore di taglie non ha molte possibilità di sopravvivere a lungo. Spara un unico colpo. Bill Grimes si avvita su se stesso e cade nella gola: un salto di una ventina di metri. Rob, che controlla la gola nascosto tra gli alberi, lo vede cadere e lancia un grido di gioia.

Quando Bart scende, Rob è vicino al cadavere.

- Dobbiamo trovare il suo cavallo. Non può essere lontano,

Il cavallo è necessario per trasportare il cadavere. Non ci mettono molto a scoprire dove Grimes l’ha nascosto.

Bart guarda il sole.

- Non manca molto al tramonto. Inutile mettersi per strada ora. Oltre la gola c’è una pozza d’acqua. Che ne diresti di farci un bagno e fermarci lì per la notte?

- Mi sembra una bella idea.

La pozza è uno specchio d’acqua di un azzurro intenso, addossato a una parete verticale di roccia.

Si spogliano e s’immergono. L’acqua è fresca e dopo la calura della giornata, rimanere a mollo è bellissimo. Sguazzano a lungo, finché il sole quasi tramonta. Quando escono Rob dice:

- Ho voglia di scopare. Di puttane non ce ne sono a meno di cinquanta miglia. Ci facciamo una sega?

Bart lo guarda, senza parole. Che Rob non abbia il senso del pudore, Bart ha già avuto modo di capirlo, ma Rob ha il potere di sorprenderlo, anche se sono tre mesi che vivono gomito a gomito.

Rob sorride, si siede appoggiando la schiena contro una roccia e incomincia ad accarezzarsi il cazzo. Con un cenno della testa indica a Bart una roccia davanti a lui.

Bart si siede, scuote la testa, ancora incredulo, non saprebbe dire se per la proposta di Rob o per averla di fatto accettata.

Rob procede piano, senza fretta, e Bart prende lo stesso ritmo. E’ piacevole farsi una sega così, come se fossero due ragazzi, ridendo e facendo battute. 

 

*

 

Bart si accende un sigaro e incomincia a fumare.

Sono sei mesi che caccia con Rob. Hanno fatto fuori sette fuorilegge e incassato altrettante taglie. Bart non ha mai tenuto un ritmo così serrato. Era abituato a fermarsi per un po’ dopo aver incassato una taglia: il riposo non fa male. Ma Rob vuole ripartire subito e Bart si adegua.

Sta bene con Rob, gli piace parlare con lui, scherzare, ridere, confidarsi. Gli piace anche scopare una puttana o farsi una sega insieme a Rob. Il pensiero ha un effetto prevedibile: Bart ha il cazzo duro. Si dà del coglione e cerca di pensare ad altro, ad esempio alla caccia in cui sono impegnati.

Sono sulle tracce di Louis Gavin, uno dei peggiori figli di puttana della regione. Non che gli altri che Bart e Rob hanno eliminato fossero migliori: ognuno di loro aveva almeno un omicidio sul groppone, più spesso due o tre. Louis Gavin ha ucciso quattro uomini e sette ragazzi, dopo averli violentati: gli piace fottere un maschio e dopo averlo stuprato, lo uccide. La taglia sulla sua testa è andata aumentando e adesso è una bella somma.

Rob si avvicina.

- Riprendiamo?

Bart lo guarda. La battuta gli viene alle labbra e la formula, senza pensarci:

- Sei così impaziente di scoprire cosa si prova a prenderselo in culo?

Rob ride.

- Stronzo! Guarda che potrebbe inculare te.

- Preferisce i ragazzi. Io sono troppo vecchio.

- Il fabbro che ha ucciso a Breenville aveva cinquant’anni. E Gavin ha stuprato anche lui,

- Secondo me preferirebbe te.

- Se ha buon gusto, di sicuro.

Ridono tutti e due.

 

Louis Gavin sa benissimo di avere alle calcagna due che vogliono fargli la pelle, Quel figlio di puttana di Bartholomew Kinley è considerato il miglior cacciatore di taglie della regione e adesso s’è messo con quell’altro, quel Robert Creston. Merda. A Louis piacerebbe fotterli tutti e due, fottergli la vita e il culo e magari anche la bocca, ma ritiene più prudente tenersi alla larga da quei due figli di puttana,

Il problema è che i due figli di puttana non si tengono alla larga da lui, per niente: si avvicinano sempre di più, fino a che, sui monti del Falco, vicino alle cascatelle che forma il torrente, avviene l’incontro. Bart e Rob non sono tipi da perdersi in lunghe chiacchiere e giri di parole: dicono direttamente quello che hanno da dire. Anche Louis cerca di dire qualche cosa, ma Rob e Bart lo dicono meglio e più in fretta, per cui Louis si ritrova due pallottole in petto.

E’ ancora vivo quando i due amici lo raggiungono.

- Bastardi… schifosi bastardi.. Spero che crepiate presto… fottuti bastardi… Merda!

Bart e Rob non si scompongono. Bart punta la pistola alla testa di Louis: sicuramente il fuorilegge non arriverebbe vivo alla città più vicina ed è inutile lasciarlo contorcersi. Rob interviene:

- Aspetta.

Bart abbassa il braccio con la pistola e guarda l’amico, aspettando una spiegazione.

- Adesso gli facciamo sentire quello che si prova a essere stuprati. Che ne dici, Bart?

Rob si china su Louis, gli slaccia la cintura e gli abbassa i pantaloni. Louis lo guarda, allibito, poi grida:

- No, bastardi! No! Fottuti bastardi!

Louis non ha la forza per opporsi e si ritrova senza pantaloni e senza mutande. Rob lo volta sulla pancia con un calcio.

- Bastardi! Fottuti bastardi.

Rob ride e risponde:

- Sai che cosa mi piace di te, Gavin? Hai una conversazione molto variata.

Rob si spoglia in fretta. Bart non ha detto nulla, gli sembra che non riuscirebbe a parlare. Non si aspettava la proposta di Rob, che ha il potere di sorprenderlo sempre.

Rob si stende su Louis, gli divarica le natiche con le mani e lo incula con una spinta decisa. Bart lo guarda. Gli viene duro in fretta.

Quando Rob viene, Bart prende il suo posto, senza pensarci. Non sa bene che cosa sta facendo. Si dice che è fuori di testa, del tutto fuori di testa. A un certo punto, mentre fotte Gavin pensa al culo di Rob.

Quando Bart ha finito, Rob spara un colpo in testa a Gavin.

 

*

 

Bart si accende un sigaro e incomincia a fumare.

- Devo andare, Rob. Sospendiamo la caccia.

Sono tre settimane che stanno dietro a Matt Broadchess, detto il Puma, un bandito che ha già ucciso tre cacciatori di taglie e due sceriffi, oltre a un numero imprecisato di altri uomini. Ma Richard Boswell, un vecchio amico di Bart, lo ha raggiunto e gli ha chiesto di aiutarlo: è stato minacciato dai suoi vicini, che vogliono impadronirsi del suo ranch. L’amico è sicuro che la fama di Bart sarà sufficiente a tenere a bada i suoi vicini.

Rob annuisce. Chiede:

- Hai bisogno che venga con te?

- No, me la cavo benissimo da solo. Non sono assassini, da quel che ho capito. Sono dei prepotenti che pensano di potersi prendere quello che vogliono.

- Allora continuo nella caccia al Puma. Siamo sulle sue tracce. Non voglio perderlo.

Bart ha l’impressione che gli abbiano dato un pugno nello stomaco. L’idea che Rob possa affrontare il Puma da solo gli toglie il fiato. Non vuole che Rob rischi la pelle da solo., Se dovesse morire,,, il Puma ha già ucciso tre cacciatori di taglie…

- Rob, aspetta che ritorni. Riprendiamo la caccia insieme. Non ci sfuggirà.

- E’ quasi un mese che gli stiamo dietro. Abbiamo fatto una fatica bestiale a non perdere le sue tracce. No, non ci rinuncio. Tu vai in California.

Bart scuote la testa. Rinuncerebbe ad aiutare Richard, ma ha con lui un vecchio debito e non vuole sottrarsi quando l’amico gli chiede per la prima volta un aiuto.

- Rob, ti prego…

Rob scuote la testa.

- Non ti preoccupare per me, Bart. Me la cavo. Mettiamoci d’accordo su come possiamo ritrovarci.

 

*

 

Bart si accende un sigaro e incomincia a fumare.

E’ passato quasi un mese da quando lui e Rob si sono separati. Bart si siede all’ombra di un albero, in cima alla collina. Fa il solido caldo fottuto dell’Arizona a fine agosto, anche se i nuvoloni neri a occidente fanno sperare nel refrigerio di un po’ di pioggia. Dalla sua posizione Bart può vedere un ampio tratto della pianura ai suoi piedi. Rob non dovrebbe tardare. Bart sperava di trovarlo già al luogo del loro appuntamento, ma l’amico non è ancora arrivato.

Ha voglia di ritrovarlo, Rob non è solo il suo compagno di avventure: è un amico, un fratello.

Fortunatamente Rob è riuscito a uccidere il Puma e ha intascato la taglia. Bart è stato molto sollevato quando ha sentito la notizia. Quando è rientrato in Arizona, si è recato subito a Riverside, dove avevano stabilito di lasciare notizie di sé dal proprietario di un saloon, loro amico. Rob era già passato e aveva lasciato detto quando e dove si sarebbero potuti ritrovare. Il posto fissato è lontano dai centri abitati e Bart non ha capito perché Rob non l’ha aspettato in città, visto che ormai aveva ucciso il Puma.

Ora, seduto sotto l’albero, Bart fuma il suo sigaro, impaziente. Se Rob non arriva, non potranno raggiungere Goldriver prima di notte e dovranno dormire all’aperto. L’hanno fatto infinite volte, di per sé non è certo un problema, ma se si scatena il diluvio che quei nuvoloni sembrano promettere, dovranno trovare dove ripararsi.

Non è solo quello a renderlo impaziente. No, non è certamente quello. Bart ha voglia di ritrovare Rob. Il mese che hanno trascorso separati è stato lunghissimo, Bart non ne poteva più. Non è mai stato legato a nessuno come è legato a Rob. Ha voglia di rivedere Rob, di abbracciarlo, ma quel lazzarone non arriva. Perché cazzo tarda tanto?

Sono quasi due anni che cacciano insieme e non si erano mai separati prima della richiesta di Richard.

Infine Bart vede una nuvola di polvere lungo la pista. Qualcuno arriva: dev’essere Rob. In effetti si tratta proprio dell’amico. Bart è felice.

Rob dirige il suo cavallo lungo il pendio della collinetta, fino a raggiungere la cima. Smonta e abbraccia Bart. È bellissimo stare l’uno nelle braccia dell’altro e ci mettono un buon momento prima di staccarsi.

- Felice di vederti, vecchio orso.

- Ed io sono felice di vedere te. Temevo che il Puma ti azzannasse, quando ti sei messo sulle sue tracce da solo.

Bart ha l’impressione che sul viso di Rob sia passata un’ombra. Non chiede: non vuole forzare l’amico e sa che comunque Rob gli racconterà tutto. Prosegue:

- Meglio che saliamo a cavallo e andiamo. Dubito che arriveremo a Goldriver prima del temporale e di sicuro non prima di notte.

- Sì, andiamo. Il mio cavallo è stanco, non voglio forzarlo, ma possiamo cercare di arrivare alla valle del Coyote. Lì ci sono ripari.

- Perfetto.

Salgono a cavallo e raggiungono la pista. Procedono affiancati.

- Com’è andata, Bart, con il tuo amico e i suoi vicini?

- Problema risolto. Non è stato difficile.

- La tua fama li ha spaventati?

- Credo di sì. Gli ho parlato chiaramente e credo che se ne staranno tranquilli, almeno fino a che non gli arriva la notizia della mia morte.

Bart ride. Rob risponde:

- Spero che crepino prima loro.

Poi aggiunge:

- Sai essere convincente.

Nuovamente Bart ride e appoggia la sinistra su una delle due pistole.

- Ho buoni argomenti.

Ridono entrambi, poi Bart chiede:

- E tu? Sei riuscito a eliminare uno dei peggiori bastardi del West, fantastico!

Rob annuisce, ma sul suo viso c’è di nuovo una contrazione.

- Sì. Ce l’ho fatta.

Bart ha colto l’esitazione di Rob.

- Se non hai voglia di raccontarmi, non importa.

- Se non ho voglia? Cazzo, Bart, sei l’unico al mondo a cui posso raccontarlo e non vedevo l’ora di parlartene. Anche se non è facile.

- A me puoi dire tutto, lo sai.

- Sì.

C’è un momento di silenzio, poi Rob incomincia a raccontare.

- Ci eravamo lasciati da una settimana. Io seguivo le tracce del Puma, ma non era facile ed ero convinto che lui mi avesse distanziato. Un giorno, verso sera, faceva un caldo infernale, ho deciso di farmi un bagno. C’è una pozza d’acqua nella gola di Weddock. Arrivo lì, mi spoglio e mi getto in acqua. Era una meraviglia.

Bart tace. Sa ascoltare e non è il momento di fare commenti.

- A un certo punto però vedo sulla riva Matt Broadchess che mi punta la pistola addosso.

- Merda!

A Bart vengono i sudori freddi al pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere, anche se Rob è davanti a lui, sano e salvo.

Rob esita, poi prosegue:

- Mi sono detto che era finita. Mi sono dato del coglione per essermi immerso senza pensare…. Ma che cosa avrei potuto pensare? Broadchess doveva essere a miglia di distanza.

Bart ascolta, in silenzio.

- Lui mi intima di uscire dall’acqua e io obbedisco. Mi chiedo se saltargli addosso, ma significava solo crepare un po’ prima. Non avevo fretta. Lui mi fa stendere a terra, pancia in giù. Si mette a cavalcioni su di me e mi lega le mani dietro la schiena. Non capivo che cosa volesse fare. Me lo fa capire lui. Mi dice: “Non so chi tu sia e non me ne fotte un cazzo di saperlo, ma hai un bel culo e io ho voglia di fottere.”

Bart mormora:

- Merda!

- Se me lo avesse detto prima, gli sarei saltato addosso: preferivo che mi ammazzasse. Poteva fottermi da morto. Ma ormai avevo le mani legate dietro la schiena. Che cazzo potevo fare?

Bart annuisce. Rob prosegue:

- Lui si spoglia. Ha un grosso cazzo, non grosso come il tuo, Bart, ma grosso. Mi dico che mi farà un male bestiale, ma non posso farci niente. Lui sparge un po’ di saliva… be’, non devo raccontarti tutti i dettagli. Me lo mette in culo e incomincia a fottermi.

- Merda!

- Sì, merda, ma… mi ha fatto male, parecchio, ma poi… sentirlo dentro di me… Bart, non so che cosa penserai di me…

- Che cosa vuoi dirmi, Rob?

- Che a un certo punto quel cazzo che mi riempiva il culo… Merda, Bart!

Bart sorride, un sorriso affettuoso.

- Se mi stai dicendo che ti è piaciuto, posso solo dirti che sono contento che non sia stato troppo brutto.

Rob sorride.

- Sì, Bart, è vero, mi è piaciuto, nonostante il male, e quando quel bastardo mi è venuto in culo, ce l’avevo duro.

- Meglio così.

- Lo stronzo si alza e si va a lavare. Era convinto che non potessi fare niente, con le mani legate dietro la schiena. È stato un coglione. Anche con le mani legate dietro la schiena non è stato difficile prendere la sua pistola, che aveva lasciato lì vicino, e sparargli tre colpi. Avresti dovuto vedere la sua faccia!

- Immagino.

- Liberarmi le mani è stato più complicato. Ho preso il mio coltello, ho infilato il manico tra le rocce e sono riuscito a tagliare le corde. Poi mi sono avvicinato a Broadchess, che agonizzava. Gli ho pisciato in faccia e poi…

Rob ghigna, imitato da Bart, che gli chiede:

- E poi? L’hai fottuto?

- Sì, ma non con il cazzo. Con la pistola. Gliel’ho infilata in culo e ho sparato tre colpi. Così gli ho reso il favore.

- Cazzo!

- Questo è tutto, Bart.

Bart annuisce.

- Mi spiace per questa brutta esperienza. Meno male che sei riuscito a ucciderlo prima che lui uccidesse te. E meno male che non è stato così terribile.

- No, non lo è stato.

Bart guarda il cielo.

- Temo che invece noi stiamo per prenderci una bella lavata. Non che non ne abbia bisogno: sono tre giorni che cavalco e non ho certo un buon odore…

Rob ride.

- Verissimo. Ma posso dire lo stesso di me.

La pioggia incomincia a scendere. Prima è una pioggerella leggera, poco più che umidità nell’aria, ma mi trasforma in fretta in un vero diluvio.

- Merda! Ci vuole quasi un’ora per arrivare alle grotte di Lewston.

- Ci sono altre possibilità?

- No.

- Va bene, ci laveremo.

 

Quando infine raggiungono la valla di Lewston sono fradici. Conoscono la zona, dove ci sono parecchie grotte, usate per ripararsi da chi attraversa quest’area poco popolata. Bart si dirige a una che ha usato più volte, dove possono trovare riparo anche i cavalli.

- Di solito c’è anche della legna. Se riusciamo ad accendere un fuoco, abbiamo qualche possibilità di non beccarci una polmonite.

- Sarebbe una buona cosa.

Raggiungono la grotta. Smontano ed entrano, guardinghi: le grotte sono usate per ripararsi da tante persone e la possibilità di fare qualche brutto incontro è sempre presente.

Non c’è nessuno, ma, come Bart sperava, c’è della legna. Bart accende il fuoco, mentre Rob si occupa dei cavalli.

- Spogliamoci, Rob, e mettiamo ad asciugare i vestiti.

Bart si spoglia in fretta. Rob guarda il corpo massiccio e peloso che emerge dagli abiti, le braccia robuste, le spalle larghe, il ventre sporgente, il grosso cazzo. Si ferma, confuso. Ha la gola secca. Deglutisce.

Bart lo vede immobile e gli dice:

- Muoviti, Rob, se ti tieni quegli abiti addosso, rischi davvero una polmonite.

Rob annuisce e finisce di spogliarsi. Come sempre quando lo vede nudo, Bart ne ammira il corpo, snello ed elegante. Osserva la peluria sul petto e sul ventre, meno fitta della foresta che Bart si porta addosso. Sorride e dice:

- Quando ti vedo così, capisco perché Broadchess ha deciso di fotterti.

Rob lo guarda. È chiaramente confuso. Bart se ne rende conto.

- Che cosa succede, Rob?

Rob scuote la testa. Poi sorride e dice:

- Cazzo, Bart!

Bart lo guarda, un’espressione interrogativa in viso.

- Hai un cazzo da cavallo.

Bart ride all’affermazione di Rob, che per lui è un complimento e comunque solletica il suo amor proprio.

- Come se tu non l’avessi mai visto, Rob! Mi hai visto nudo infinite volte. Me l’hai anche visto duro, quando abbiamo scopato con qualche puttana o quella volta che abbiamo inculato Gavin. O quando ci facciamo una sega.

Rob annuisce.

- Sì, Dan. Ma… prima non me l’ero mai preso in culo.

Bart lo guarda, sconcertato, poi sorride, un sorriso malizioso.

- Prima non pensavi che un giorno questo bel cazzo…

Mentre parla, Bart se lo accarezza un po’.

- …potesse entrarti in culo?

Rob s’irrigidisce.

- L’unico che me l’ha messo in culo è crepato, Bart. Con la canna di una pistola in culo.

Bart aggrotta la fronte.

- Non volevo offenderti, Rob. Ho frainteso le tue parole.

Rob china la testa.

- No, non hai frainteso, Bart. Ma…

Bart si siede vicino al fuoco e sorride a Rob. Lo guarda un buon momento, poi dice, con una voce in cui non c’è più traccia di malizia.

- Rob, sei l’uomo a cui tengo di più al mondo. Per me sei un fratello. Quando hai deciso di affrontare il Puma da solo, visto che io dovevo rinunciare all’inseguimento, mi sono sentito morire. Ho vissuto malissimo fino a che ho saputo che l’avevi ucciso. Sei un bel maschio, non avevo mai pensato alla possibilità di scopare con te, ma quando ne hai parlato… ma non è questo il problema. Non voglio dire o fare nulla che possa infastidirti, per cui lasciamo perdere l’argomento.

Rob lo guarda, poi fissa il grosso cazzo di Bart, che è mezzo duro. Ghigna e dice:

- Non sono sicuro che il tuo cazzo voglia lasciar perdere l’argomento.

Bart sorride.

- Il mio cazzo è una testa di cazzo e fa quello che vuole. Io non prendo ordini da lui. Ma…

Bart ghigna e fa un cenno con il capo al cazzo di Rob, che sta tendendosi, poi conclude:

- Mi sembra che anche il tuo non sia tanto tranquillo.

Il sorriso di Rob svanisce. C’è un momento di silenzio. Bart vorrebbe parlare, ma confusamente avverte che non è il momento, che Rob deve fare i conti con se stesso.

Rob guarda fuori, la pioggia che scende torrenziale, poi volta la testa verso Bart e dice, serio:

- Ti piace il mio culo? Ti piacerebbe fottermi?

Bart risponde, altrettanto serio.

- Sì, mi piace molto. Credo che sarebbe la migliore scopata della mia vita.

Il tono di Rob è di sfida:

- Anche se ti costasse sei proiettili in culo?

- È un prezzo alto, ma credo che sarei disposto a pagarlo, sì, credo che varrebbe la pena di morire. C’è invece un altro prezzo che non vorrei pagare.

- E sarebbe?

- La tua amicizia, Rob. Non potrei fare nulla che ti allontanasse da me.

Rob lo guarda, in silenzio. Poi chiude gli occhi. Li riapre e dice:

- Vale lo stesso per me, Bart. Non posso offrirmi a te, pensando che poi mi disprezzerai.

- Disprezzarti, Rob? Mai! Disprezzarti perché mi regali il paradiso? Che cazzata!

- Come fai a sapere che è il paradiso?

Bart china la testa, poi la rialza e fissa Rob negli occhi.

- Perché credo di averlo sempre desiderato.

Rob non abbassa lo sguardo.

- Anch’io.

 

*

 

Bart si accende un sigaro e incomincia a fumare. Guarda il ranch nella vallata, immerso nella luce del tramonto. È esattamente come lo ha sempre desiderato: non troppo grande, in un posto dove l’acqua non manca, la vegetazione è abbondante, il caldo estivo non è soffocante e l’inverno porta un manto di neve. Un piccolo paradiso che due uomini possono gestire da soli.

C’è un unico elemento che è diverso dai sogni che aveva due anni fa: l’uomo che sta lavandosi all’abbeveratoio, al termine di una giornata di lavoro. Ma quell’uomo è il più bel sogno che Bart abbia mai fatto.

 

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2025

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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