- Direi che gusto volentieri il tuo arnese, anche
se poi avrò male al culo per una settimana. Roland Cazzodiferro
ride, ma sapete tutti e due che hai detto la verità. Passate in un’altra stanza, dove c’è un grande letto.
Roland incomincia a spogliarsi. Tu lo imiti e intanto guardi il suo corpo
robusto, il pelame rigoglioso sul torace, che diventa ancora più fitto sul
ventre. Quando Roland si cala brache e mutande, emerge il cazzo. Non è a
riposo, ma neanche ancora teso, eppure per lunghezza e volume è già
spettacolare. Tu ghigni e dici: - Non ce la faccio mica. Roland ride: sa benissimo che è solo una battuta e
che se adesso lui si tirasse indietro, tu ci rimarresti male. - Magari puoi prenderlo in bocca. - Non ci sta. Dovrei affettarlo, prima. - Tu dici? Proviamo. Senza affettarlo. Roland si è avvicinato, ghignando. Tu ti inginocchi davanti a lui, gli poggi le mani
sul culo peloso, stringendo forte, e prendi in bocca la cappella. Il cazzo
cresce ancora e diventa sempre più rigido. Devi davvero spalancare la bocca
per avvolgere questo boccone di carne, caldo e ingombrante, che ti toglie il
fiato. Passi la lingua e muovi la testa avanti e indietro, in modo che le tue
labbra scorrano lungo la cappella. Roland ti mette una mano sulla testa e
muove un po’ il culo avanti e indietro, in modo da infilarti bene in bocca il
cazzo. Quando avanza, ti toglie il fiato, ma poi si ritrae e ti lascia
respirare. Il movimento lo fa ancora crescere di volume. Tu
tiri indietro la testa e guardi affascinato questo randello nodoso. L’idea
che tra poco ti entrerà in culo ti sgomenta, ma accende anche il tuo
desiderio. Roland si solleva e con un cenno ti invita a
stenderti sul letto. Tu appoggi il torace sul lenzuolo, tenendo i piedi a
terra e le gambe ben divaricate. Lui ti passa le mani sulla schiena, dal culo
al collo, poi con due dita bagnate stuzzica l’apertura. Dopo un po’, infila
dentro le dita, in modo da preparare bene il terreno. Quando toglie le dita,
senti la pressione della cappella. - Cazzo! - Sì, questo è il cazzo, ma solo la punta. Roland avanza molto piano, ti dà il tempo di
abituarti a questo palo che dilata l’apertura provocandoti fitte di dolore. - Toglilo un momento. Roland obbedisce, poi riprova. Questa volta
l’ingresso è meno doloroso. Roland avanza ancora, piano. C’è di nuovo dolore,
ma anche piacere, un piacere che diviene via via
più intenso, man mano che lo spiedo di carne ti trafigge più a fondo. Anche
la sofferenza aumenta, ma ti sembra lontana. Roland avanza ancora. Tu stai sudando. Ti
abbandoni completamente a questo palo che ti trapassa. Roland si ferma, poi
si ritrae un po’ e avanza di nuovo. Prende a muoversi, molto piano,
accelerando progressivamente, finché la cavalcata non prende un ritmo più
sostenuto. Ogni volta lo spiedo affonda e poi si ritrae e tu gemi, incapace
di trattenerti. Roland prosegue, mentre le sue mani scorrono lungo la tua
schiena e a tratti stringono con forza il tuo culo. Piacere e dolore si
mescolano, mentre le spinte diventano più forti. Ora la cavalcata è un galoppo sfrenato e il dolore
è violento, ma il desiderio preme e il piacere avvolge il dolore in un
groviglio di sensazioni contraddittorie. Infine senti il seme di Roland che
scorre dentro il tuo culo. Roland ti solleva. Ora siete tutti e due in piedi,
il suo cazzo ancora rigido dentro il tuo culo. La sua mano ti afferra
l’uccello e prende a scorrere energicamente dai coglioni alla cappella,
finché vieni con un gemito. Rimanete fermi, immobili. Molto lentamente il suo
cazzo perde volume e consistenza e infine Roland si ritrae. Ti senti
spossato, ma il piacere è stato intensissimo. Quando te ne vai, hai davvero male al culo, tanto
da far fatica a camminare, ma ne valeva la pena. |