Il viaggio attraverso il deserto è troppo lungo. Preferisci correre il rischio di affrontare i Kichai.

Tu ti metti in cammino, dopo aver studiato bene il percorso da seguire. Ti muovi con grande precauzione, perché sai che la tua pelle nel territorio dei Kichai vale quanto una banconota falsa. Cerchi di mantenerti al coperto di rocce o boschi, non accendi fuochi che potrebbero tradire la tua presenza, nei tratti che non offrono protezione ti muovi soprattutto di notte, ogni tanto spingi il cavallo in qualche corso d’acqua, per non lasciare tracce.

Sono quattro giorni che cavalchi quando ti trovi ad affrontare una vasta distesa di prateria. Qui la tua presenza sarà facilmente individuabile dalle montagne a nord. Decidi perciò di cercare di attraversarla di notte: c’è un quarto di luna ed è abbastanza chiaro per riuscire a muoversi, ma abbastanza buio da non essere troppo visibili.

La traversata procede senza problemi, ma quando il sole sorge non hai ancora raggiunto i rilievi dove potresti nasconderti. E ti accorgi, con un tuffo al cuore, che almeno una trentina di indiani sono disposti su un’altura vicina.

Ti hanno individuato. Sei giunto alla fine.

Deciso a vendere cara la pelle, scendi da cavallo e ti acquatti nell’erba, dietro un piccolo terrapieno.

Gli indiani si avvicinano, senza fretta: sanno che non hai scampo. Poi si lanciano alla carica, gridando. Attaccano allo scoperto, senza paura. Tu spari e ne abbatti diversi, ma ormai stanno per raggiungerti.

Non hai più nessuna possibilità di scampare.

 

Tieni l’ultimo proiettile per spararti un colpo

Decidi di far fuori il maggior numero possibile di quei figli di puttana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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