Il
ragazzo esce, poi ritorna portando i secchi. Li svuota nella tinozza.
Controlla la temperatura. Lascia un secchio d’acqua calda, se vuoi aggiungerla
dopo. Poi se ne va con i secchi vuoti. Ha le mani occupate, per cui accosta
la porta con il piede, ma non la chiude completamente. Entri
nella tinozza e incominci a lavarti con cura. Le tue dita nuovamente
accarezzano il cazzo, poi scivolano lungo il solco tra le natiche, stuzzicano
un po’ il buco del culo, tornano a stringere i coglioni. È un piacere
rimanere nell’acqua calda. Chiudi
gli occhi, assaporando la sensazione. In
quel momento la porta si apre. Non senti nessun rumore, ma avverti una
presenza. Pensi che sia Mac. Apri gli occhi. Lo
Sciacallo è sulla porta, una pistola in mano. Il gioco sta per concludersi.
Hai perso. Lo
fissi e, lentamente, ti alzi. L’acqua scorre a rivoli lungo il tuo corpo,
scendendo fino alla tinozza. Lo
Sciacallo ti guarda il grosso cazzo teso e duro. Ghigna. - So
che mi cercavi, amico. Eri insieme a quello che ho appena fottuto. Mac è morto. E ora tocca a te. Sai che è
inutile mentire. Rispondi: - Ti
cercavo, ma mi hai trovato tu. Lo
Sciacallo ti guarda. Vedi che allo Sciacallo il cazzo sta diventando duro.
Gli piace uccidere. C’è
un momento di silenzio. Poi il colpo risuona, assordante, mentre un dolore
lancinante ti si accende nel ventre. Una smorfia di sofferenza ti deforma la
faccia. Grugnisci. -
Merda! Il sangue
scorre dalla ferita, scendendo nella tinozza. Solo il rumore del sangue che
cola rompe il silenzio seguito alla denotazione e alla tua esclamazione. Lo
Sciacallo ti guarda, sorridente. Vorresti sputargli addosso. Rimani
in piedi, nella tinozza in cui l’acqua sta cambiando colore. La
seconda denotazione quasi ti fa cadere. Il proiettile ti prende più in basso:
sfiora la base del cazzo e ti dilania il ventre, strappandoti un altro
grugnito. Ripeti: -
Merda! Barcolli,
ma ancora rimani in piedi e il cazzo è sempre duro. Ti porti le mani alle
ferite, poi le togli. Guardi il sangue che le copre, il rivolo ininterrotto
che scende nella tinozza. Ancora una volta dici: -
Merda! Il
terzo colpo arriva all’ombelico. Ti senti spinto all’indietro, perdi
l’equilibrio e cadi rovinosamente, rovesciando la tinozza. L’acqua si sparge
sul pavimento della camera. Sbatti la testa. Il colpo ti intontisce. Quando
riapri gli occhi, lo Sciacallo è di fianco a te. Si è aperto i pantaloni e ne
ha tirato fuori un cazzo da cavallo, pronto per l’uso. Guardi la grossa
cappella violacea, che svetta sull’asta tesa. Tra poco l’assaggerai. Con un
calcio deciso lo Sciacallo ti gira sulla pancia, facendoti gemere di nuovo. -
Merda! Ora
sei disteso sul pavimento bagnato di acqua e sangue. Altro sangue sgorga
dalle ferite. Guardi il legno bagnato, le zampe del letto. Attendi. Lo
Sciacallo è su di te, ne avverti il peso, che ti schiaccia al suolo. Ken ti
preme la testa con una mano, mentre ti spinge il cazzo in culo, squarciando
il buco. Sussulti. Lo Sciacallo spinge a fondo e senti le viscere che vengono
dilaniate. Sì, non erano invenzioni, quello che dicevano dello Sciacallo e
del suo cazzo. Stringi i denti: il dolore nel ventre è atroce, quello nel
culo è violento. Lo
Sciacallo spinge con forza, a lungo: ha una grande resistenza. Forse, senza
tre pallottole in pancia, apprezzeresti, anche se ti sembra di avere il culo
in fiamme. Così rimane solo il dolore, che ogni spinta rinnova. Infine
lo Sciacallo aumenta il ritmo. Senti il dolore al culo dilatarsi ancora,
mentre lo sborro ti riempie le viscere. Lo
Sciacallo estrae il cazzo dal tuo culo e si rialza. Ride. Per
un momento non succede nulla. Non sai che cosa stia facendo lo Sciacallo.
Speri solo che finisca in fretta. Poi un violento calcio ti rovescia sulla
schiena. Lo Sciacallo ti guarda, ghignando. È sopra di te, a gambe larghe, un
piede a destra ed uno a sinistra. -
Spero che ti sia piaciuto, perché è stata l’ultima volta. La
smorfia sul tuo viso vorrebbe essere un ghigno. Il cazzo dello Sciacallo è
sporco di sangue. È davvero magnifico, lungo, voluminoso. Lo
Sciacallo sorride. Poi incomincia a pisciarti in faccia. Non giri la faccia,
lasci che il getto ti prenda in pieno. Lo
Sciacallo finisce di pisciare. Fa scomparire il cazzo nei pantaloni. Poi
prende la pistola. Lo guardi. Vedi che punta al cazzo. Ti tendi. Il
colpo che ti trapassa il cazzo ti strappa un urlo di dolore puro. I due colpi
che seguono, ai coglioni, ti fanno di nuovo gridare. Mormori,
un’ultima volta: -
Merda. Lo
Sciacallo ride e punta al cuore. Lo guardi. Il
dolore che esplode nel tuo cuore è un attimo, poi tutto si spegne. Il tuo cadavere e quello di Mac
saranno divorati dagli avvoltoi. |