Ti metti in cammino verso nord. Sai che ci sono
alcuni ranch. Sei sicuro di potercela fare. Man mano che procedi, il territorio diventa sempre
più desolato. Non c’è acqua, non riesci a procurarti del cibo. Cerchi di muoverti
soprattutto il mattino presto e la sera, per sfuggire al sole implacabile, ma
dopo due giorni sei stremato. Non avresti dovuto cercare di avanzare ancora.
Hai fatto una cazzata a scegliere questa direzione, te ne rendi conto, ma
ormai è troppo tardi per cambiare strada. Morirai di sete e di fame nel
deserto. Hai la gola in fiamme e camminare ormai è una
fatica immane. Procedi ancora, barcollando, finché non cadi a terra e perdi i
sensi. Pensi che morirai così, in mezzo al deserto, e gli avvolti divoreranno
il tuo cadavere. Quando ti svegli, ti rendi conto di essere in una
capanna. - Come stai? Volti la testa verso l’uomo che ti ha parlato. Lo
riconosci immediatamente: non l’hai mai visto dal vivo, ma hai studiato i suoi
ritratti. È Michael Craig. Per un attimo, ancora intontito, ti dici che sei
fottuto. Poi ti rendi conto che Craig non può sapere che tu lo stai
cacciando. - Sto bene. Mi hai trovato tu, vero? - Sì, un po’ malconcio, ma vivo. Hai incontrato i Kichai, o mi sbaglio? - Come l’hai capito? Michael sorride. Ha un bel sorriso, franco. - Di solito uno non va in giro a piedi e nudo per
il deserto. - Sì, mi hanno preso tutto loro. E volevano
prendermi anche la pelle. - E lo scalpo, come trofeo, e le palle, per farne
una borsa per il tabacco. Ma sei riuscito a scamparla. - Poco è mancato che non servisse a niente. Ho
rischiato di morire. Se non fosse stato per te… - Ti è andata bene che facevo un giro da quelle
parti. Controllo sempre che non ci siano indiani nelle vicinanze, anche se i Kichai di rado si spingono fin qui. Potresti chiedere perché cazzo è venuto a vivere
in un posto vicino al territorio dei Kichai, ma lo
sai benissimo: perché è difficile che qualcuno lo venga a cercare qui. Sei molto debole e per i primi due giorni Michael
ti deve assistere, ma recuperi in fretta le forze. Intanto ti chiedi che cosa
fare. Michael Craig ti ha salvato la vita, ma tu sei venuto qui per
ammazzarlo e intascare la taglia. Il terzo giorno sei perfettamente in forma, tanto che
ti svegli con il cazzo mezzo duro. Michael, che dorme sul pagliericcio vicino a te,
se ne accorge e sorride. C’è qualche cosa di sornione nel suo sorriso, sembra
quasi un invito. Mentre ti guardi l’uccello, commenti, scherzoso: - Direi che mi sono ripreso. Il sorriso di Michael si allarga. - Direi di sì. Tu aggiungi: - Ma a questo sfacciato bisognerà far abbassare la
testa. Michael sposta la coperta leggera sotto cui ha
dormito (le notti sono fresche) e puoi vedere che anche il suo cazzo si sta
tendendo. - A quanto pare c’è un doppio lavoro da fare. Che
ne dici? Puoi accettare la proposta, oppure lasciar perdere
e andartene o cercare di ammazzare subito Michael, approfittando del fatto
che lui non se lo aspetta. |