Orsi

 

 

 

Ho sempre avuto un debole per gli orsi, come è evidente a chi frequenta il mio sito. Perciò di orsi ce ne sono tanti, nei racconti, nei romanzi, nelle gallerie, nei link, molti di più di quelli indicati qui.

 

 

 

 

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Il diavolo custode

 

Per ultimi arrivarono due che si assomigliavano molto. Pensai che dovevano essere fratelli e non mi sbagliavo. Erano sui quaranta, tutti e due alti e ben piantati, con una barba scura e pochi capelli in testa. Avevano l’aria simpatica e mi piacque il modo in cui tennero testa al sovrintendente che li rimproverava per essere giunti tardi (in realtà tardi non era, perché il carro che doveva portarci non era ancora arrivato, come gli fecero notare).

 

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…un orso di prima classe, come quelli che Felice passa le ore a guardare su Internet, tra Orsiitaliani, Furrific, HairyHunter, HairySurfer e così via, quando i suoi non girano nei dintorni. Uno di quelli che gli tengono compagnia quando fa sesso con qualcuno che conosce fin dalla nascita (altra attività sessuale Felice non ha avuto modo di svolgere fino a ora, con suo grande rincrescimento).

 

 

Il grizzly

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Lo osservo con cura. L’ho già visto, ma lo osservo come se fosse la prima volta. È una gran bella vista.

Qualcuno l’ha definito un armadio con specchiera. E la struttura fisica dell’ispettore è in effetti imponente: io sono alto un metro e ottanta, ma lui mi supera di quattro dita. Ha un collo taurino, due spalle da giocatore di rugby, braccia nerborute e gambe che paiono tronchi d’albero. Ha il ventre prominente dei bevitori di birra e su quel ventre batte il cazzo più grosso che io abbia mai visto, e dire che non mi manca una certa esperienza. È un palo, perfettamente teso, una grossa vena in rilievo che lo percorre di lato, la cappella che svetta. Alla base, due coglioni grandi come arance, avvolti da una peluria scura, come quasi tutto il corpo: il torace, il ventre, le braccia, le gambe sono coperte da un velo nero, che nel basso ventre diviene una vera foresta. Anche il viso è coperto da una fitta barba nera, che però l’ispettore Maldini porta corta, come i capelli. Non ha una bella faccia: i lineamenti sono duri, il naso aquilino. Ma quei tratti forti si accordano con quel corpo robusto e virile. Non ti aspetteresti un altro viso sopra quel corpo.

 

L’uomo doveva essere sui quaranta-cinquanta, forse più cinquanta che quaranta, tarchiato, con barba grigia e capelli corti. Non era niente male, con quella faccia da duro e quel corpo vigoroso. Herman sentì un brivido lungo la schiena. Era esattamente il tipo d’uomo che gli piaceva. Quello capace di spaccarti la faccia se non gli vai a genio e di spaccarti il culo se gli piaci.

 

 

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Mi piace Pete, molto. È il mio tipo d’uomo: forte, alto, deciso, franco, un po’ selvaggio; incute un certo timore. Anche lui è tatuato come i motociclisti dell’altra sera.

 

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Bart mi piaceva. Aveva trentacinque anni, ma ne dimostrava di più. Mi piaceva vedere quel corpo forte, che gli anni avevano appesantito. Quando ci facevamo la doccia, lo guardavo, cercando di non farmene accorgere. Aveva una pancia prominente, dovuta all’amore per la buona tavola e la birra, sotto cui sporgeva un cazzo voluminoso e un bel paio di coglioni. Non era bello, ma mi attraeva più degli altri, non so perché.

 

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Bran si lascia spogliare, assecondando i movimenti di Redwin, poi a sua volta gli toglie gli indumenti. Ora sono tutti e due nudi, uno davanti all’altro: due grossi orsi, più muscoloso e scuro di pelo Bran, più rotondo e rosso Redwin.

Redwin scivola in ginocchio. Gli piace succhiare un bel cazzo e quello di Bran è senz’altro il migliore che gli sia mai capitato di provare. Gli piacciono anche i coglioni, grossi, duri, coperti pure quelli di una pelliccia scura. L’oste ci giocherella con le mani, li stringe un po’. Redwin si stacca un attimo, alza lo sguardo sul viso di Bran e gli dice:

- Certe volte penso che in realtà tu sia un orso, un orso con la faccia umana.

Bran sorride. Nelle parole di Redwin c’è più verità di quanto lui possa pensare, ma non è il caso che glielo dica. Accarezza i capelli di Redwin, poi si china in avanti e, mentre il locandiere gli lecca i coglioni e il cazzo, gli accarezza la schiena, scendendo fino al culo.

- Allarga un po’ le gambe, Bran.

Bran obbedisce. Redwin si mette sotto e passa la lingua sul solco delle natiche di Bran, poi dietro i coglioni e infine ritorna ai suoi giocattoli preferiti. Il cazzo di Bran si è teso e ora incombe, duro e grande, un po’ minaccioso. Redwin lo guarda ammaliato, passa la lingua sulla cappella, su cui ormai brilla una goccia, e poi la avvolge con le labbra, mentre le sue dita ancora stuzzicano i coglioni. Rimarrebbe così per ore, perché non c’è nulla di più bello al mondo.

 

 

 

 

 

 

 

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