C’è un momento di silenzio. Poi tu dici: - Cercherò di procurarmi quei fottuti dollari. Jeremiah alza la testa di scatto. - Fred, non voglio che tu… Non lo lasci finire. - Ormai è tardi, fratellone. Partirò domani mattina.
Quanto tempo hai per pagare? - No, non voglio… Lo interrompi deciso. - Quanto cazzo di tempo hai per pagare? - Tre mesi. - Va bene. Vedrò che posso fare. Cerca almeno di
evitare di fare altre cazzate. - Grazie, Fred. Io… - Lascia perdere. Domani mattina parto. Dopo cena ti fumi un sigaro accanto al fienile.
Senti che qualcuno si avvicina. Ti volti. È uno dei vaccari di Jeremiah. Tuo fratello deve averlo assunto negli ultimi
mesi, dato che non l’avevi mai visto prima di ieri. Uno così non ti sarebbe
certo sfuggito: è bellissimo e l’hai notato appena sei arrivato. Un
pensierino ce l’hai fatto e ti sei detto che nei prossimi giorni avresti
sondato il terreno, ma partirai domani. Però ora lui è qui, davanti a te. - Scusi se la disturbo, signor Fred. - Nessun disturbo. E quando mai? Uno così non disturba, a meno che
non ti ficchi qualche pallottola o un coltello in pancia. Rimani in attesa
che dica qualche cosa (o, ancora meglio, che faccia qualche cosa). Il tizio, che non sai nemmeno come si chiama, fa ancora
due passi avanti: ora è molto vicino a te. Ne senti l’odore, un odore di
maschio, a cui si mescolano gli odori della fattoria. Ti pare quasi di
sentire il calore del suo corpo. Il cazzo ti sta diventando duro. La tua voce è un po’ roca, mentre gli chiedi: - Come ti chiami? - Lou. Vorresti stringerlo tra le tue braccia, afferrare
a piene mani quel culo bellissimo che hai osservato a lungo ieri sera, mentre
lui sistemava gli attrezzi. Ma sei nel ranch di tuo fratello e preferisci non
scoprirti troppo: lasci che sia lui a prendere l’iniziativa. Lui sorride e dice: - Volevo dirle qualche cosa, signor Fred. Potremmo
andare nel fienile, si parla meglio. Che ne dice? |