Delitti

Nel sito non sono molti i racconti e romanzi che si possono definire gialli: senza dubbio i testi di cui è protagonista l’ispettore Ferraris, L’angelo sterminatore e qualche racconto, come Nudo maschile sdraiato. In molte altre storie viene commesso qualche delitto.

 

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Tobia ha gli occhi spalancati, ma ormai non vede più nulla. Il viso è congestionato e dalla bocca è colata della saliva, nonostante il bavaglio, dal naso un po’ di muco. La corda che io gli ho passato intorno al collo ora è stretta fino a penetrare nella carne. Tobia è stato strangolato. Sotto il ventre si allarga una pozza di piscio e alcune gocce colano a terra.

 

 

 

 

 

- Voglio che indaghi sulla morte di mia sorella, Laure de Hauteclaire.

 

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Attento al gorilla

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Un ottimo attore

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L’uomo infila la busta nella tasca dell’impermeabile. Poi sorride. Fa un passo avanti e con un movimento rapido attira a sé Ricardo con la sinistra. Ricardo sente la lama che lo trapassa, mentre il suo assassino lo stringe a sé, in un abbraccio. Emette un grido strozzato. L’uomo lo colpisce una seconda volta, sempre tenendolo stretto. Ricardo rantola. Il terzo colpo è inutile, ma al suo assassino piace uccidere, piace vedere la smorfia di dolore sul viso del commissario Balcázar, lo sguardo che si vela. L’uomo colpisce ancora tre volte, ma Balcázar non sente più nulla.

 

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Lampo

 

La cascina

 

 

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Gaetano Smecca stava stinnicchiato sul pavimento della cucina, massacrato da diverse coltellate alla schiena. Nella cucina non ci si poteva cataminare senza rischiare di sporcarsi di sangue. L'arma del delitto, un coltello tagliacarte col manico d'osso, era stata gettata dentro il lavello, la lama aveva ancora tracce di sangue, il manico era stato invece accuratamente puliziato per far scomparire le impronte digitali.

L’altro cadavere invece aveva la gola tagliata e stava disteso nell’ingresso. Era una vecchia conoscenza della polizia, Peppe Pignataro, un cinquantino minuto e segaligno.

Seduto su una sedia, bianco che pareva un morto pure lui, stava Gianni. Quando Montalbano intrò, il picciotto susì e didoppo si risedette, come se le gambe gli mancassero.

Il commissario non gli disse nulla. Questa faccenda era una grandissima rottura di cabasisi. Proprio quel mattino dovevano ammazzare Smecca? E pure Pignataro? Proprio mentre lui futtiva Gianni?

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- Ti avevo avvisato, questa volta non la scampi.

- Eddai, Bastien, chiudi un occhio, come hai sempre fatto. Ti do una parte di quanto mi paga Gaumier, come sempre. Se vuoi di più, ti do di più.

- Non posso: il Bastardo mi licenzia, te l’ho detto. Adesso vieni con me.

Claude è furente, ma si rende conto che Bastien non intende cedere. Inutile opporre resistenza. Meglio fingere di cedere.

- Va bene.

Claude depone a terra il cervo e mentre lo fa prende il coltello. Questo figlio di puttana vuole rovinarlo. Fa ancora un tentativo:

- Lasciami andare, Bastien. Ti lascio il cervo, così puoi dire che hai fatto fuggire il bracconiere e recuperato la selvaggina.

- Quando il Bastardo scopre che mi sono lasciato sfuggire il bracconiere, mi licenzia. No, non c’è niente da fare. Vieni con me.

Non c’è altra via. Questo coglione se l’è voluta.

- Va bene.

Claude si avvicina, tenendo la mano destra lungo il fianco, la lama nascosta. Quando è di fronte a Bastien, vibra un fendente al ventre. Il rumore secco della lama che entra nella carne è accompagnato dal gemito di Bastien. Claude colpisce ancora, due volte. Di nuovo il suono della carne lacerata e i gemiti, quasi grida strozzate, del guardacaccia. Con la destra Bastien cerca di fermare il braccio che vibra i colpi, con la sinistra cerca di tenersi a Claude per non cadere, perché ormai le gambe non lo reggono più, e afferra il fazzoletto che Claude porta al collo, mentre questi colpisce ancora. Bastien cade a terra. Claude si china su di lui e gli taglia la gola. C’è ancora un rantolo, poi il silenzio.

 

 

Ispettore Ferraris

 

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Un caso facile5b

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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