Mare

Il mare appare in molti racconti e in diversi romanzi, anche se solo in alcuni svolge un ruolo essenziale.

Il relitto

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Nel primo pomeriggio Santiago e Álvaro sono condotti a una delle navi turche, una galeotta.

- Spogliatevi.

I due comandanti obbediscono. Quando sono rimasti in mutande, si fermano, ma l’ufficiale gli impone di togliersi tutto. Ora sono nudi, due magnifici maschi, vigorosi, il corpo segnato da cicatrici, una peluria abbondante sul petto, sul ventre, sugli arti e sul culo. Santiago è più alto di Álvaro, non ha capelli e neppure la barba. Ha un cazzo molto lungo e voluminoso, che i turchi guardano stupiti.

I due comandanti e alcuni altri prigionieri vengono messi ai remi: i rematori sulle galeotte sono in maggioranza turchi, ma quelli morti in battaglia vengono sostituiti dai soldati spagnoli catturati. In questo caso sono gli uomini delle altre navi, poiché tutti quelli alle dipendenze del duca e del corsaro sono stati riscattati.

I prigionieri sono incatenati ai remi e per tutto il viaggio non vengono liberati.

 

L’orca

 

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La matinata s’appresentava felice di essere quella che era, viva di luce e colori. La spiaggia, almeno fino a dove si poteva vedere, pareva deserta d’òmini e vestie. Si vippi tazze di cafè una appresso all’altra, si mise i pantaloncini da bagno e scinnì in spiaggia. La rena era vagnata e compatta, forse nella prima sirata aveva chiuvuto a leggio. Arrivato a ripa di mare, allungò un piede. L’acqua gli parse assai meno ghiazzata di quanto aveva pinsato. Entrò cautamente in mare, didoppo principiò a nuotare a bracciate lente e larghe.

 

 

Masino fissa lo sguardo oltre il proprio riflesso, poi avanza fino alla barriera che separa la caletta dal mare aperto e con un movimento rapido si tuffa. Sente una sensazione di freddo, che però svanisce non appena comincia a nuotare. Punta sull’isola. Nuota sicuro, con un ritmo regolare, controllando di tanto in tanto la direzione. Sente la fatica, ma prosegue, sicuro delle proprie forze.

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Lo sposoAB

            Molta gente è sulla riva del mare. Uomini vigorosi, ma anche famiglie, anziani, bambini. Alcuni hanno piccole greggi o mandrie. Altri stanno giungendo e la costa è coperta da una moltitudine che scruta il mare. Lontano, dove il sole sta apparendo, sembra di scorgere una sagoma scura, un’isola. Quella è la loro meta? Come la raggiungeranno? Non ci sono barche in grado di solcare rapide la grande distesa del mare. Troppo lontana è l’isola per pensare di raggiungerla a nuoto, anche per il nuotatore forte, che sfida i flutti impavido. E l’immenso oceano cela mostri di ogni tipo.

            Ma nel mare qualche cosa si muove. Sembrano ninfe marine, i cui tratti divini appena si scorgono: le diresti soltanto spuma del mare, che traccia disegni fantastici e inganna l’occhio che scruta. Si muovono agili come l’onda, intrecciando i loro giochi leggiadri, lungo la costa. E poi si avvicinano a riva ed ecco, quando la prima tocca gli scogli, essa si trasforma. Le braccia diventano la prua di una nave, le gambe la poppa e il corpo è uno scafo capace, su cui si drizzano gli alti alberi e le vele.

 

 

 

 

in confronto all’esistenza del galeotto, la vita del soldato è un sogno.

La navigazione fu un incubo di vomito, merda e piscio, febbre e fame, frustate e bestemmie.

 

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Il telamone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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